M.DIOCESIANO
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Il Museo Diocesano Tridentino presenta una selezione delle sue raccolte più significative, ordinare in specifiche sezioni secondo criteri cronologici, per autore o ambito culturale. Per la pittura, le opere esposte offrono un’esauriente panorami­ca della produzione locale e dei rapporti che essa intrattenne con le culture limitrofe, lombarda, veneta e austriaca, tra Medio Evo e Neoclassicismo. Nella sezione relativa alla scultura lignea vengono presentate sculture e Flùgelaltàre (altari a portelle) realizzati dalle più importanti botteghe operanti nella diocesi tra la fine del XIV secolo e la seconda metà del ‘500. Una ricca raccolta di parati documenta il modificarsi delle forme delle vesti liturgiche e l’evolversi delle tipologie decorative e tecniche delle stoffe tra XV e XIX secolo. Il tesoro della Cattedrale pre­senta preziosi esemplari della produzione orafa tra XII e XIX secolo. Di particolare pregio la famosa serie di arazzi fiamminghi, raffigurante La Passione di Cristo, realizzata a Bruxelles tra il 1511 e il 15 18/20 nell’atelier di Pieter van Aelst. Gli arazzi, acquistati nel 1531 dal principe vescovo umanista Bernardo Cles, ornarono l’aula delle sessioni del Concilio.

           

Infine una sezione specifica presenta testimonianze del Concilio di Trento e dell’iconografia della città. Al piano terra sono state riservate alcune sale destinate a mostre temporanee inerenti le raccolte museali escluse dall’ esposizione permanente.

Il Museo Diocesano Tridentino venne fondato nel 1903 con lo spe­cifico intento di salvaguardare il patrimonio di arte sacra della dioce­si e di porsi quale prezioso strumento didattico per la scuola di arte e di archeologia cristiana del Seminario teologico, presso cui venne collocata la sua prima sede. Nel corso della prima guerra mondiale il Seminario venne adibito a ospedale militare; le raccolte dovettero quindi essere trasferite presso la sagrestia della Cattedrale e in depo­siti periferici. Solo nel 1963, in occasione del IV centenario del Concilio di Trento, il museo pote’ avere una sede adeguata nel palazzo adiacente la Cattedrale, comunemente denominato Palazzo Pretorio. In realtà l’edificio fu dall’Alto Medio Evo residenza dei Principi Vescovi di Trento e continuò a portare il nome di Palatium Episcopatus anche molto tempo dopo che i Vescovi, verso il 1255, si trasferirono al Castello del Buonconsigbo. Si trattò di una sorta di rifondazione del museo che ora acquisiva una sede definitiva e cen­trale. Tuttavia non turti gli ambienti del palazzo erano stati restaura­ti, non tutte le raccolte avevano trovato adeguata illustrazione nel primo assetto espositivo. Nel 1991 si diede avvio a una nuova, radi­cale ristrutturazione dal palazzo, coal da giungere nel 1995 alla ride­finizione del percorso espositivo e al nuovo allestimento.

Al museo compete anche la custodia della basilica paleocristiana di 5. Vigilio e dei reperti archeologici rinvenuti nel corso degll scavi effettuati nel sottosuolo della Cattedrale tra il 1964 e il 1977.