Sulla dorsale che sale da
Bellagio, al culmine della strada della Valassina, a Magreglio,
sorge il Santuario della Beata Vergine del Ghisallo. La sua origine
non è nota ma, secondo la tradizione, dovrebbe risalire attorno al
IX secolo,il nome del Santuario deriverebbe da un certo conte
Ghisallo che, assalito nella zona da dei briganti, si salvò per
intercessione della Madonna. L'immagine della Madonna che vi si
conserva è databile al XVI secolo. Data la sua posizione geografica,
culmine di una faticosa salita detta "Muro del Ghisallo" durante le
gare ciclistiche, Papa Pio XII nel 1949 dichiarò la Madonna del
Ghisallo "Patrona dei Cilclisti Italiani": la sacra immagine è da
allora venerata dal ciclismo internazionale e la chiesetta conserva
i cimeli di questo sport. L'anno prima alla stessa data aveva
benedetto ed acceso a Roma una grande Fiaccola di bronzo, opera
dello scultore Carmelo Cappello, portata e collocata poi dai
Campioni di allora all'interno del Santuario, tutt'ora presente e
sempre accesa a ricordo dei Ciclisti caduti ed a manifestazione
della fede dei vivi. Da quel momento le pareti della Chiesetta si
sono riempite di cimeli votivi (biciclette e maglie) dei vari
Campioni, delle insegne delle Società Sportive e delle Federazioni
Ciclistiche, che lassù continuamente si recano, nonchè le effigi dei
ciclisti e dirigenti defunti o caduti tragicamente. Intorno al
Santuario sono stati collocati in seguito alcuni monumenti del mondo
ciclistico. E' del 1960 la stele col busto di Fausto Coppi (morto il
2 gennaio 1960),
"il campionissimo",
devoto del santuario, opera dello scultore-calciatore Paolo Todeschini.
Di fianco alla Chiesetta si trova il grande Monumento al Ciclista,
opera dello scultore Elio Ponti, benedetto a Roma dal Papa Paolo VI
il 4 luglio 1973 e collocato lassù il 15 seguente. Nel 1989 è stata
collocata la stele col busto di Don Ermelindo Viganò, opera della
scultrice Rosaria Longoni. Altri busti di personaggi del Ciclismo
sono stati collocati e poi tolti, ma assieme ad altri ora attendono
di essere esposti in modo definitivo sul Belvedere del Santuario:
sono quelli di Emilio Colombo, Emilio De Martino, Gianni Rodoni,
Alfredo Binda. Vale la pena di salirci almeno una volta quassù,
molti lo fanno salendo da Asso, una salita mozzafiato per un
dilettante, con una bicicletta da corsa. Noi siamo venuti su in
macchina e siamo scesi poi a Bellagio e prendendo il traghetto
siamo andati dall'altra parte a Chiavenna a visitare una mostra di
pittori Naif, ma questa è un'altra storia e ve la racconterò in
seguito

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