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Luglio 2003- La nostra meta è il GHISALLO

 

                              Vista del lago di Lecco

                          Donatella & Enio

 

Quest'anno il caldo non accenna a diminuire, quando io mi reco a Trento ci si porta su a Pinè e la sera si aspetta che venga giù un po di fresco per tornarcene a Meano e poter dormire tranquillamente la notte. Quando invece viene giù Donatella a trovare me a Monza, nei fine settimana, l'aria arroventata del giorno scalda l'asfalto che di notte la rimanda sotto forma di calore. Di giorno si riesce a cavarsela perchè normalmente, partendo la mattina presto e rientrando la sera tardi, si va sul lago di Lecco a prendersi si il sole, ma ogni tanto anche tanta frescura, buttandosi e nuotando per un po nell'acqua gelida del lago.Si sta fuori tutta la giornata, prendendo il sole, nuotando e mangiando in uno dei tipici e caratteristici ristorantini che si incontrano costeggiando la riva ovest del lago fino all'estrema punta che è Bellagio. Quante volte dal '66, data della mia venuta al Nord in cerca di lavoro, sono stato "....sul ramo di questo lago d'estate.....". Oggi è particolarmente caldo e decidiamo di salire più su, giustappunto sul Ghisallo per andare a visitare la magnifica chiesetta e goderci la vista del lago dall'alto.

 

Sulla dorsale che sale da Bellagio, al culmine della strada della Valassina, a Magreglio, sorge il Santuario della Beata Vergine del Ghisallo. La sua origine non è nota ma, secondo la tradizione, dovrebbe risalire attorno al IX secolo,il nome del Santuario deriverebbe da un certo conte Ghisallo che, assalito nella zona da dei briganti, si salvò per intercessione della Madonna. L'immagine della Madonna che vi si conserva è databile al XVI secolo. Data la sua posizione geografica, culmine di una faticosa salita detta "Muro del Ghisallo" durante le gare ciclistiche, Papa Pio XII nel 1949 dichiarò la Madonna del Ghisallo "Patrona dei Cilclisti Italiani": la sacra immagine è da allora venerata dal ciclismo internazionale e la chiesetta conserva i cimeli di questo sport. L'anno prima alla stessa data aveva benedetto ed acceso a Roma una grande Fiaccola di bronzo, opera dello scultore Carmelo Cappello, portata e collocata poi dai Campioni di allora all'interno del Santuario, tutt'ora presente e sempre accesa a ricordo dei Ciclisti caduti ed a manifestazione 

 

 

 
della fede dei vivi. Da quel momento le pareti della Chiesetta si sono riempite di cimeli votivi (biciclette e maglie) dei vari Campioni, delle insegne delle Società Sportive e delle Federazioni Ciclistiche, che lassù continuamente si recano, nonchè le effigi dei ciclisti e dirigenti defunti o caduti tragicamente. Intorno al Santuario sono stati collocati in seguito alcuni monumenti del mondo ciclistico. E' del 1960 la stele col busto di Fausto Coppi (morto il 2 gennaio 1960),

"il campionissimo", devoto del santuario, opera dello scultore-calciatore Paolo Todeschini. Di fianco alla Chiesetta si trova il grande Monumento al Ciclista, opera dello scultore Elio Ponti, benedetto a Roma dal Papa Paolo VI il 4 luglio 1973 e collocato lassù il 15 seguente. Nel 1989 è stata collocata la stele col busto di Don Ermelindo Viganò, opera della scultrice Rosaria Longoni. Altri busti di personaggi del Ciclismo sono stati collocati e poi tolti, ma assieme ad altri ora attendono di essere esposti in modo definitivo sul Belvedere del Santuario: sono quelli di Emilio Colombo, Emilio De Martino, Gianni Rodoni, Alfredo Binda. Vale la pena di salirci almeno una volta quassù, molti lo fanno salendo da Asso, una salita mozzafiato per un dilettante, con una bicicletta da corsa. Noi siamo venuti su in macchina e siamo scesi poi a Bellagio  e prendendo il traghetto siamo andati dall'altra parte a Chiavenna a visitare una mostra di pittori Naif, ma questa è un'altra storia e ve la racconterò in seguito

 

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