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Vacanze 2001- La nostra meta è Navelli (Aq)

 

    

 

Da Chieti in Autostrada l'A 25 con uscita a Popoli, proseguendo in direzione L'Aquila per Bussi si incontrano le comunità di  Navelli e Caporciano.  La zona è una delle più interessanti da visitare per il suo antichissimo rapporto con la cultura dello Zafferano che dopo il turismo è una delle principali risorse del territorio. Noi siamo arrivati quì nel 2001 provenienti da Chieti e lungo la strada abbiamo incontrato numerosi cartelli che illustravano la sagra che si sarebbe tenuta di lì a poco condita con piatti tipici prelibati, musica per tutti e la "Sagra dei ceci e dello zafferano" di Navelli che sembra avere tutte le caratteristiche giuste per riscuotere un grandissimo successo.

La manifestazione, avrebbe avuto luogo in località "Boschetto Santucci", giunta alla venticinquesima edizione è tanto da costituire ormai un punto di riferimento annuale nel panorama estivo delle sagre abruzzesi.  Si parlava all'inizio del "tocco in più" della sagra di Navelli: il riferimento è al Palio degli asini, un'altra consuetudine, che si sarebbe tenuto il pomeriggio alle 18. Per reclamizzare l'evento alcuni animali erano presenti nella piazza del paese. Donatella e mamma ne hanno avvicinato uno e hanno regalato all'animale, che mostrava di gradire, delle caramelle,rischiando l'incolumità delle falangi. Abbiamo chiesto informazione e ci hanno detto che data la scarsità di questi animali venivano ingaggiati da altre regioni e portati a Navelli per il palio. Rusina, questo era il nome dello splendido esemplare visibile in piazza, proveniva dalla lontana Sardegna. La sera sarebbero stati montati dai rappresentanti delle contrade del borgo in costume tipico  e avrebbero preso il via per la singolare tenzone. La quindicenne che accompagnava l'asino ci dice che stasera saranno appunto  saranno le ragazze di Navelli a montare i non sempre docili animali e che la competizione sarà arricchita dalle coreografie degli sbandieratori di Castel Madama e dalle belle scenografie  ove avranno risalto bambine che rappresentano i ceci e le donne e lo zafferano.

Lo Zafferano di Navelli

 

L’«oro rosso» di Navelli è proprio lo zafferano e l'originale è prodotto proprio qui ed è il più prezioso in Abruzzo circa 10 mila euro al chilo. La strada avvicinandosi al paese, corre dritta nella piana riarsa. Pietre calcaree al bordo dei campi arati da poco tra antichi castelli diroccati e case sparse qua e là. Fra cespugli rossi di bacche della rosa canina e ciuffi d’erba spunta qualche piccolo fiore lilla: sono i pochi Crocus Sativus scampati alla meticolosa raccolta di fine ottobre. Muti testimoni di una risorsa che ha reso famose nei secoli queste terre brulle a trenta chilometri da L’Aquila: lo zafferano. Siamo sull’altopiano di Navelli, da alcuni ribattezzato con sintesi riduttiva l’«altopiano del risotto». Eppure c’è ben più del risotto negli orizzonti dei contadini che con fatica coltivano ancora i fiori dell’ oro rosso. Lo zafferano è un prodotto prezioso e quello di Navelli è unico nel suo genere. Il più pregiato al mondo, dicono i puristi  della cucina delle spezie. E almeno sotto il profilo economico

nessuno può negarlo: quest’anno pare che il prezzo è cresciuto dai 7 ai 9-10 euro al grammo, più del tartufo. Vabbene che per fare un chilo di zafferano ci vogliono i pistilli di 230 mila Crocus, estratti a mano, un fiore dopo l’altro, dai pazienti abitanti della piana. Ma il compenso vale la fatica. La raccolta è finita, e anche la lavorazione. Fino a pochi giorni fa un centinaio di famiglie di Navelli passavano i pomeriggi chine sui tavoli di marmo, nelle grandi cucine scaldate dai camini su cui viene essiccato il fiore, a estrarre il loro tesoro da montagne di delicati petali. Sono trent’anni che pastori e contadini sopravvivono in queste terre povere grazie allo zafferano. A portarcelo era stato, nel XIII secolo, il monaco Santucci, dominicano Inquisitore al Tribunale di Toledo, originario di Navelli. Dalla Spagna aveva contrabbandato i bulbi del prezioso fiore La spezia era cosi preziosa che con le gabelle sul suo commercio si riuscì a pagare la costruzione della basilica di San Bernardino (1454) a L’Aquila.

 

Il Palio di Navelli - Il giorno dopo

Ieri lunedì 20 Agosto 2001, erano presenti cinquemila persone a Navelli. Ru Ponte vince il Palio degli asini. Un grandissimo successo di pubblico ha caratterizzato la giornata conclusiva della venticinquesima sagra dei ceci e dello zafferano, a Navelli. Le attenzioni, però, erano tutte rivolte al tradizionale Palio degli asini, parodia di quello più famoso    di Siena, manifestazione di grande richiamo folcloristico. La 21ª edizione della competizione tra le contrade di Navelli l’ha vinta un ragazzino: Luca Federico, 14 anni, alla sua prima partecipazione, in rappresentanza della contrada "Ru_Ponte". Luca, il più giovane tra i "cavalieri", ha cavalcato "Ughetto", un asino di razza sarda nato a Navelli trenta mesi fa, alto un metro e 10 centimetri al garrese. Da registrare il vero boom di presenze: circa 5 mila spettatori hanno infatti gremito la piazza, scenario fino a ieri della sagra dei ceci e dello zafferano, in località "Boschetto Santucci". Tre i giri del "vecchio tratturo" che hanno deciso la competizione. "Ru Ponte" ha tagliato il traguardo per primo, lasciandosi alle spalle le altre cinque contrade: "La piazza", che aveva vinto lo scorso anno, "Via Ri’ preti", "Le spiagge", "San Pulino" e "Croce ru’ spedale".

 

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